Ciao,
in questo articolo desidero metterti a conoscenza di come la maggior parte dei produttori di Finestre Blindate utilizzano in modo scorretto “la leva” della parola “Finestre Certificate in Classe X”.
Se stai cercando un produttore a cui affidare la fornitura e la posa in opera delle tue Finestre Blindate ti consiglio di arrivare alla fine di questo articolo.
La normativa che da una classificazione alla resistenza antieffrazione dei serramenti è la UNI ENV 1627.
Questa norma è molto restrittiva e spinge al limite la resistenza della finestra blindata. Nella vita reale non sarà mai possibile riprodurre, con gli strumenti normalmente a disposizione durante un tentativo di scasso per furto, la stessa forza che viene applicata nei test di laboratorio.
Il problema della “leva scorretta” però è relativo ad un’altra questione, che ora ti spiego nel dettaglio.
Devi sapere che quando abbiamo eseguito il Test antieffrazione sulla nostra finestra blindata, l’ente notificato ci ha (ovviamente) fornito tutta la documentazione ufficiale relativa al test eseguito. Qual’è il problema?
Il problema sta nei “Criteri di trasferibilità” dei risultati di prova. La normativa infatti impone delle restrizioni assolutamente limitanti per poter utilizzare e certificare finestre di dimensioni diverse da quelle testate.
Senza entrare nel “tecnico”, ho deciso di farti vedere una delle pagine relative alla documentazione del fascicolo di prova del Test Antieffrazione che abbiamo eseguito; in questa immagine puoi notare come siano delineati in modo incredibilmente dettagliato tutti i vincoli di trasferibilità della certificazione:
Perchè ti ho fatto vedere questo particolare?
Perchè nella nostra Azienda ci siamo stancati di dover “smontare” tutti i giorni le false dichiarazioni che vengono sventolate dai nostri concorrenti; i “venditori” della maggior parte delle aziende produttrici di Finestre Blindate fanno leva sulla disinformazione del cliente e sulla complessità della normativa.
Questo si traduce in una frase che viene utilizzata per vendere i loro serramenti:
“Le nostre finestre sono TUTTE Certificate Antieffrazione Classe X”
La risposta che tu come cliente dovresti dare è la seguente:
“A si? Benissimo. Fammi vedere TUTTE le dichiarazioni di prova dimensionale che avete fatto in azienda e dimostrami che TUTTI i serramenti che devi installare nel mio immobile rientrano nella tolleranza dimensionale della norma”.
Bene. Ti assicuro che in Italia solo l’1% dei serramenti venduti come certificati classe RC3 (stima molto ottimistica) sono idonei a ricevere la certificazione.
Questo vuol dire che sono serramenti non sicuri? Ma assolutamente no. Questo significa che abbiamo 2 modi di vendere un prodotto ad un cliente:
[st_ordered]
- Raccontargli un sacco di balle a nostro favore e fregarlo con le carte
- Illustrargli la situazione reale e vendere in modo trasparente lo stesso prodotto qualitativo
[/st_ordered]
Ti faccio un esempio. La settimana scorsa, un potenziale cliente mi ha contattato perchè molto interessato ai nostri serramenti Blindati; una delle cose che mi sono state richieste, è la certificazione Classe 3 degli stessi.
Devi sapere che in questa richiesta erano presenti:
[st_unordered listicon=”green plus”]
- Finestre
- Portefinestre
- Alzanti Scorrevoli
[/st_unordered]
Se noi ci fossimo comportati come la maggior parte dei produttori di Finestre blindate, avremmo “sbandierato” i nostri certificati a avremmo venduto TUTTE le finestre richieste come certificate Classe RC3.
Abbiamo fatto così? No.
Sarebbe stato più facile? Si.
Ho contattato il cliente e l’ho invitato in Azienda per fargli vedere i prodotti e per illustrargli in modo trasparente come funziona il discorso di certificazione delle Finestre Antieffrazione.
Per prima cosa ho portato il cliente a vedere fisicamente i campioni distrutti (utilizzati nei test ufficiali) che custodiamo gelosamente in azienda; questo mi ha permesso di fargli vedere, a livello pratico, quali sono i vantaggi del nostro prodotto e perchè sono differenti dai prodotti della concorrenza.
Poi gli ho spiegato al cliente (molto interessato) i punti dolenti della normativa Antieffrazione e quali sono i motivi per cui non potevamo trasferire la certificazione Classe RC3 a tutte le aperture della sua villa.
Ma non solo.
Ho accompagnato il cliente in laboratorio e gli ho fatto vedere, spiegandogli i dettagli, come stavamo costruendo un Alzante Scorrevole Blindato per la villa di un cliente di Milano; dandogli le giuste informazioni, questo potenziale cliente si è reso conto di come, pur non potendo trasferirgli la documentazione, avremmo consegnato al nostro cliente un serramento blindato pronto per resistere ad un tentativo di effrazione almeno DOPPIO rispetto alla finestra che abbiamo certificato Classe RC3.
Essere trasparenti con i clienti e comunicare in modo corretto come stanno le cose a livello di certificazione per noi è una cosa FONDAMENTALE. In questo modo, senza sventolare dati fasulli e fare leva sulla poca informazione, ho raggiunto questi obiettivi col mio cliente:
[st_unordered listicon=”success”]
- Sono “a posto” con la normativa rispettando tutte le leggi in vigore
- Ho un cliente che si fida di quello che gli comunichiamo
- Ho un cliente che ha visto con mano che è possibile superare le sue aspettative senza “giocare” con i documenti
- Ho un cliente soddisfatto che mi sta mandando referenze in modo spontaneo
[/st_unordered]
Con questo articolo ho cercato di darti qualche spunto su cui riflettere qualora tu stia valutando di installare Finestre Blindate nel tuo immobile.
Noi il sistema del “Abbiamo certificato tutto” lo lasciamo ai nostri concorrenti; preferiamo trattare i Clienti in modo professionale.
Da 43 anni questo modo di operare ci sta dando ragione e non abbiamo nessuna intenzione di cambiare.
Buongiorno, sono capitato casualmente sul vostro sito mentre cercavo informazioni su finestre “blindate”. Sposo totalmente la vostra filosofia e il vostro modo di lavorare. Voi nel vostro settore, io nel mio… Siamo “mosche bianche”. Ma la correttezza e la professionalità, alla lunga paga e, soprattutto, permette di dormire sonni tranquilli e di avere la coscienza a posto. Vi faccio i miei più sinceri complimenti e auguri di buon lavoro.
Grazie, e’ una bella soddisfazione un commento del genere. Sposiamo questa filosofia e non la cambiamo. Grazie a lei
Complimenti, davvero un articolo molto interessante, visto la disinformazione che si vede in giro
Buonasera,
In questi giorni particolari di quarantena italiana, mi son imbattuto sul vs sito e nella vostra filosofia, sposata anche dal mio installatore che, al di la delle certificazioni (a me non necessarie non usufruendo delle relative detrazioni), mi suggeriva questa soluzione per una vetrata fissa frameless (senza telaio finestra, ad effetto “quadro” vista giardino) e sulla quale gradirei ricevere una vs considerazione super partes:
– profilo RC3 (che prevedrebbe una composizione vetrata specifica, “vetro P5A 44.1 /15/44.6”;
– P5A la classe di protezione su una scala di 8 (da P1A a P5A prova di caduta sfera. Poi troviamo da P6B a P8B prova con ascia) – Normativa EN356;
– 44.1 sono 2 vetri da 4mm cad. + 1 strato/intercalare/pellicola collante in PVB;
– 44.6 sono 2 vetri da 4mm cad. + 6 intercalari in PVB;
– 15 Gas, 15 mm riempiti con gas Argon.
Vista l’esigenza di avere un prodotto “valido”, al di la delle certificazioni, si è giuntia questa alternativa:
– sostituire il 44.1 con un 55.1 (all’interno).
Su questa prima opzione cosa ne pensate?
Sto anche pensando di suggerire, ma non so se tecnicamente fattibile non avendolo ancora condiviso con l’installatore (indipendentemente dalle certificazioni non di mio interesse), la sostituzione del 44.6 (esterno) con un 55.6.
Laddove fattibile, questa opzione che prevedrebbe vetro 55.6/15/55.1 a vs avviso potrebbe esser una soluzione più sicura, rispetto alla soluzione certificata” di origine?
Vi ringrazio anticipatamente per il supporto tecnico che saprete darmi e nell’attesa di un vs cortese riscontro, vi invio i più cordiali saluti.
Buongiorno. Per prima cosa la ringrazio per il contatto e per aver richiesto una nostra opinione in un settore così complesso come l’antieffrazione.
Proprio per la sua complessità, sono dell’idea che una risposta al suo quesito da parte nostra non sarebbe corretta in quanto mancherebbe di prove e verifiche a riguardo della conseguente efficacia sul campo.
Le posso solo dare una mia opinione personale, rafforzata dal fatto di aver visto parecchi test antieffrazione in laboratorio sulle nostre finestre.
Per quello che mi riguarda, noi utilizziamo una soluzione P6B in quanto è la soluzione che ci garantisce maggior resistenza. Il punto di forza è la Vetrocamera Blindo 19/21 esterna, che prevede 2 vetri da 8mm uniti da 12 plastici Pvb da 0.38. E’ la parte esterna quella che deve fare la parte del leone, più che quella interna. Ma in realtà, alla base del mio ragionamento non c’è tanto la resistenza della vetrocamera in se (P6B o P5B vanno bene lo stesso): la parte critica della sua richiesta è il MODO con cui la vetrocamera è agganciata al nodo murario. Un profilo “small” oppure una soluzione tutto vetro implica che, nonostante un eventuale incollaggio con silicone strutturale (noi utilizziamo in aggiunta anche le clip sottolistello ogni tot. cm), siamo sicuri che non sia in grado di reggere impatti elevati. Basti pensare alla prova che abbiamo dovuto superare: la palla da 50Kg che viene rilasciata a peso morto da 2,5 mt. Le assicuro che se la vede in laboratorio equivale ad un colpo di cannone. Reggere quell’impatto, oltre che essere compito della vetrocamera, è compito del nodo telaio/vetro/muro.
Il disarcionamento della vetrocamera dalla sede, nel suo caso, è il vero punto di domanda sulla questione.
Spero di esserle stato, almeno in parte, un pò utile. Buon lavoro.
Buongiorno e la ringrazio per il pronto e puntuale riscontro.
Certamente l’argomento non è di facile soluzione, se per tale intendiamo la combinazione ideale e da calare sulla specifica esigenza.
Considerato che la scelta di prevedere un framless non ha l’obbiettivo di rinunciare alla sicurezza (che certamente non arriva a dover coprire esigenze di negozi di elettronica, negozi di moda, come forse il caso del P6B, su questo chiedo vs parere) e trattandosi di un contesto ben lontano da quelli di lusso (per il quale ero propenso al P5A), certamente concordo con il suggerimento del vetro esterno maggiore a quello interno. Da quì l’ipotesi del 55.6 esterno / 15 gas / 55.1 interno, il tutto con profilo RC3, aspetto che non avevo menzionato prima.
Ignorando però l’impatto economico che la Vetrocamera Blindo 19/21 esterna da voi suggerita (ed a prima vista più elevate) potrebbe avere e che vi chiederei di esplicitare, in ossequio al vs forse più grande suggerimento sul nodo murario, posso integravi che il profilo previsto è un “Windstop 65 THI”, con controtelaio ancorato al nodo murario nel modo da voi esattamente descritto (con i sottolistelli a tot distanza).
Ringrazio molto per il supporto tecnico.
Cordialmente.